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La cittadella monastica del Santissimo Salvatore al Goleto sorse proprio da questo primo nucleo, a partire dal 1133 ad opera di Guglielmo, che aveva ricevuto in dono il suolo da Ruggero, signore normanno della vicina Monticchio (oggi ne restano ruderi su un colle tra Sant’Angelo dei Lombardi e Rocca San Felice). Guglielmo costruì la chiesa primigenia con l'abside rivolta ad est; appoggiò le falde della copertura ai resti del possente mausoleo di epoca romana, che probabilmente utilizzò come campanile; abbondante era il pietrame proveniente dal vetusto insediamento romano. Se guardi in alto a destra, puoi vedere ancora oggi il taglio di incastro della copertura. Subito dopo la chiesa primigenia fu costruito il convento femminile, destinato ad accogliere una comunità di monache dove l’autorità suprema era rappresentata dalla Badessa; infine fu realizzato il convento maschile, destinato ai monaci cui venne affidato il servizio liturgico e la cura e la manutenzione delle varie fabbriche abbaziali, nonché la coltivazione dei vasti terreni circostanti. I due conventi, ognuno con proprio chiostro, avevano come fulcro proprio la chiesa del SS. Salvatore (di cui oggi rimangono resti dell’abside). Con ogni probabilità già alla morte del santo fondatore, avvenuta nella notte tra il 24 e il 25 giugno del 1142, fu iniziato un primo rifacimento della chiesa primigenia, che in seguito ospitò le spoglie di S. Guglielmo in un ciborio disposto sul lato destro, in prossimità dell'altare. Puoi vedere ciò che resta dell'antico ciborio visitando il Museo.