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La cappella di San Luca

La costruzione della cappella di San Luca, oggi 'santuario diocesano', fu iniziata dalla badessa Marina II nel 1247 per accogliere le spoglie dell’evangelista. A completare la costruzione, nel 1255, fu la badessa Scolastica, raffigurata in uno dei due tondi affrescati all’interno della cappella stessa. L'aula è a due navate, con due absidi rivolte ad est, ognuna con proprio altare; quello a sinistra conserva al centro del paliotto la “fenestella confessionis” per la custodia delle reliquie. Sulla parete a sinistra dell’ingresso è emersa la traccia di un rosone murato all'epoca della costruzione del campanile cinquecentesco.

Audiodescrizione

Approfondimenti

  • Il capitello con le due colombe

    Nel santuario di san Luca si trovano dodici capitelli tutti diversi. È interessantissimo quello della prima colonna centrale. Vi sono veri e propri ricami nella pietra che richiamano il significato del Paradiso per i motivi floreali e poi vi si trovano due colombe stilizzate che bevono all’unico calice, simbolo del sacramento dell’Eucarestia.

  • Il ciclo di affreschi dedicati a Guglielmo

    Dei numerosi affreschi seicenteschi che arricchivano la chiesa, non restano che due medaglioni raffiguranti le abbadesse Scolastica e Marina, e qualche episodio della vita di San Guglielmo tra cui spicca la conversione di Agnese a Venosa. Il terremoto del 1980, oltre a compromettere la statica dell'edificio, ha cancellato le restanti tracce. Pregevoli gli altari, soprattutto quello costituito da una lastra di pietra sostenuta da quattro colonnine munite di eleganti capitelli e di basamenti diversi tra loro. La pluralità ben amalgamata di forme artistiche diverse, l’architettura gotico–pugliese, le forme cistercensi, fanno della cappella di San Luca uno dei monumenti più preziosi dell’Italia Meridionale. Leggi nell’area multimediale cosa scrisse lo studioso francese Emile Bertaux. Nei due affreschi scampati al terremoto del 1980, testimonianza del ciclo di affreschi dedicato alla vita di S. Guglielmo, si può vedere in uno l’episodio dove il santo viene flagellato da malviventi nei pressi di Oria, in Puglia, nel tentativo di raggiungere l'imbarco per Gerusalemme. Nell’altro affresco, è visibile Guglielmo che si stende sul fuoco, tentato da una prostituta, la quale si convertirà dinanzi a tale evento. Tale meretrice diventerà prima monaca e poi abadessa di Venosa con il nome di Agnese. Oggi è beata e a Venosa si possono trovare i segni della sua presenza. Guarda qui un dipinto murale, realizzato di recente a Venosa.

  • Il portale d’ingresso

    Il portale di accesso è sormontato da un arco a sesto acuto e da un finissimo rosone a sei luci; sotto, girano tre brevi, ma importanti iscrizioni in carattere gotico, che ci danno le date di costruzione e di completamento dell’edificio, il 1247 e il 1255, i nomi delle badesse che la edificarono, Marina e Scolastica, ed infine il nome del santo a cui fu originariamente dedicata e del quale custodiva le reliquie, San Luca. L’interno è costituito da una elegante sala a due navate coperte da crociere ogivali che poggiano su due colonne centrali e su dieci mezze colonne perimetrali. Le basi ottagonali delle colonne e i capitelli decorati di foglie ricurve, su due ordini asimmetrici, richiamano –secondo alcuni studiosi– l'impianto ottagonale di Castel del Monte, fatto costruire nello stesso periodo storico da Federico II a Castel del Monte, in Puglia.

  • Le gargolle della copertura

    All’esterno completano la struttura due piccole absidi sorrette da mensole; lungo i cornicioni della copertura vi sono sculture aggettanti con teste di animali, teste umane e diversi altri motivi ornamentali (dette 'gargolle'). Se non riesci a vederli bene dal basso, guardane i particolari riprodotti nell'area multimediale. Le gargolle o garguglie sono la parte terminale dello scarico delle grondaie, spesso ornate con figure animalesche, fantastiche o mostruose, come i gocciolatoi a protomi leonine dei templi greci. Si trovano in molte chiese e cattedrali cristiane del periodo medievale. In italiano garguglia si può considerare sinonimo di doccione, anche se talvolta col nome di gargolla si indica la figura fantastica senza che essa abbia necessariamente funzione di doccione (come nel caso del Goleto); viceversa i doccioni non sempre hanno figure scolpite. Qual è la tua gargolla preferita ? Clicca qui per sceglierne una.