Cookie disclaimer

Cookie alert

I forni e la cisterna

Nell’ala ovest della grande chiesa a cielo aperto, si trovano due forni con strutture e resti di cupole in muratura di mattoni laterizi. I piani cottura sono entrambi a 80 cm dal pavimento; il più piccolo ha diametro di 110 cm. mentre il più grande è giusto il doppio: 220 cm. Si stima che in quest’ultimo, destinato alla cottura del pane, potevano cuocersi ad una temperatura intorno ai 220°, circa 15 panelle (pagnotte) destinate al consumo quotidiano di circa 60 conventuali. Ad un livello ipogeo rispetto ai forni vi è una capiente cisterna (60 q.li circa) da cui -attraverso la botola a pavimento- si attingeva acqua per la cucina. La struttura, in muratura di pietra, è rivestita da un solido cocciopesto (malta impermeabile) segnato da atipiche geometrie parietali che sono tuttora da interpretare.

Audiodescrizione

Approfondimenti

  • Sostenibilità ante litteram

    Il complesso dei forni e della cisterna dimostra la capacità organizzativa dei religiosi dell’epoca; l’acqua arrivava per caduta, attraverso una ‘canala’ costruita fino al pozzo a monte; pozzo, scavato sul lato nord, detto di S. Guglielmo. La legna per tenere accesi i fuochi nei forni proveniva dai boschi all’intorno dell’abbazia. Per secoli gli uomini si sono sostenuti con l’utilizzo intelligente delle fonti primarie (acqua e fuoco), nel pieno rispetto ecologico dell’ambiente naturale circostante.