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Monte Cognato

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Nel cuore della Basilicata, a cavallo tra le province di Potenza e Matera si estende per quasi 30 mila ettari, il Parco Naturale Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane. Istituito nel 1997, è noto soprattutto per le spettacolari forme dolomitiche aguzze dove sono abbarbicati be centri storici, in particolare come quelli di Castelmezzano e di Pietrapertosa uniti tra loro dal ‘Volo dell’Angelo’.
La superficie del parco è ricoperta quasi interamente dalla foresta di Gallipoli Cognato e dal Bosco di Montepiano, formato da imponenti esemplari di cerro, odorosi tigli, peri e meli selvatici, aceri, ontani e il raro agrifoglio, mentre alle quote più basse, si estende la macchia mediterranea.  In primavera ci si incanta di fronte al suggestivo spettacolo offerto dalla fioritura dei ciclamini, delle anemoni e delle viole.
Alla varietà di vegetazione del Parco Regionale Gallipoli Cognato fa eco una diversità di specie faunistica, oltre a mammiferi, quali lupi, tassi, istrici, gatti selvatici e cinghiali, sono presenti anche alcuni anfibi, come il tritone Italico e la salamandrina dagli occhiali. Nel parco nidifica inoltre la cicogna nera ed è facile osservare in volo diversi grandi rapaci, come il falco pellegrino, la poiana e il nibbio.
Nella ‘Legenda della vita del santo Guglielmo’ numerose sono le citazioni, i luoghi e i miracoli relativi, in particolare, al Monte Cognato. Le attuali tracce toponomastiche ci portano nel territorio del Parco regionale Gallipoli Cognato –Piccole Dolomiti Lucane, in Basilicata; in particolare, nella località Palazzo del comune di Accettura (Mt), nell’alto dei boschi di Gallipoli Cognato, vi sono importanti tracce e ambienti di un insediamento monastico basiliano, risalente al XI sec., passato poi alle monache benedettine. Da quanto si legge nella presentazione del Parco, intorno al 1123 questo luogo ospitò San Guglielmo. Qui, a Gallipolis (Accettura), fondò una chiesa (Santa Chiara) e l’annesso Monastero di S. Maria di Serracognata che passò poi alle Clarisse; successivamente, con l’Unità€ d’Italia, il complesso passò al demanio dello Stato. Il vecchio orto del monastero ospita oggi l’Orto botanico.